
Italia degli anni ’50, alle porte del boom economico e della rivoluzione dei costumi di una società in pieno fermento. Il bianco e nero di quegli anni è caratteristico, riconoscibile. I tagli dei capelli maschi, i completi un po’ larghi e le camicie a maniche corte. Una sigaretta spesso in bocca e una Lambretta, vero status symbol di quegli anni, parcheggiata e usata come panchina per scambiare quattro chiacchiere con gli amici. E poi gli abiti e le acconciature femminili, diventati icona di stile e spesso ripresi, oggi, per nuovi spunti modaioli.
C’è tutto questo e molto di più in uno scatto fotografico dal titolo “Gli italiani si voltano”, che rese celebre il suo esecutore, Mario De Biasi, e la protagonista, Moira Orfei: è il 1954, la 23enne attrice ed erede della famosa famiglia circense di affaccia al jet set milanese con la sua avvenenza quasi sfrontata. Tutto attorno a lei, bellissima in un abito bianco, le fanno da sfondo e da cornice decine di uomini ammaliati dalla sua bellezza. Alle loro spalle la Galleria Vittorio Emanuele, a Milano. Quello scatto servirà a trasformare Moira Orfei in un’icona.
Quarant’anni più tardi, nel 1994, quella foto divenne la copertina di una mostra sull’Italia curata dal Guggenheim Museum di New York. Oggi è anche la locandina promozionale della mostra dedicata a Mario De Biasi, che all’epoca dello scatto era un 31enne ex radiotecnico che da poco era entrato nella redazione del settimanale “Epoca”. De Biasi è scomparso nel 2013, a 90 anni, ma le sue fotografie sono rimaste a raccontare l’età d’oro di Milano e del jet set internazionale. Divenne rapidamente una leggenda del fotogiornalismo, protagonista del periodo in cui il settimanale conteneva un inserto di sedici pagine senza pubblicità. De Biasi firmò 130 copertine. Nel ’54, in Egitto, riuscì a intrufolarsi nella casa di Nasser e a fotografarlo in compagnia del figlio. Nel ’56, a New York, immortalò David Niven e Aristoteles Onassis.
«Un giramondo sempre pronto a partire», così lo descrive oggi la figlia Silvia. E la descrizione è certamente calzante: nei suoi viaggi di lavoro figurano anche Budapest, dove fu anche ferito dalle schegge di una granata, Teheran, Houston, dove fotografò Armstrong e Aldrin prima del loro viaggio verso la luna nel 1969. E poi ancora la Siberia, il Messico, l’India e l’Uganda.
Tra gli scatti più belli di De Biasi c’è quello in cui, durante le prove per uno spettacolo a Rimini, catturò l’immagine di due ballerine in volo. Un’immagine potente e dinamica, ai limiti dell’impossibile per l’epoca, era il 1953, con l’attrezzatura di allora e dalla posizione da cui è scattata.
Dall’enorme archivio fotografico che Silvia ha realizzato negli anni successivi alla morte del padre, Enrica Viganò ha tratto una mostra (allestita fino al 31 luglio prossimo) alla Casa dei Tre Oci di Venezia: 216 fotografie, di cui metà inedite, racconta un periodo lunghissimo di attività del grande fotografo, dal 1947 al 2003: «Era il momento! – osserva la curatrice -. Si sentiva la necessità di una mostra antologica che celebrasse il talento di Mario De Biasi in tutte le sue sfaccettature. Il fotoamatore neorealista, il fotoreporter di Epoca, il testimone della storia, il ritrattista di celebrità, l’esploratore di mondi vicini e lontani, l’artista visuale, l’interprete di madre natura, il disegnatore compulsivo e creativo. Tutto il suo lavoro è un inno alla vita».
Accanto alle fotografie verranno esposti molti materiali, volumi, i numeri originali della rivista Epoca, alcuni telegrammi, tra i quali quelli di Enzo Biagi e Arnoldo Mondadori, quaderni e due approfondimenti audiovisivi. L’intervista di Laura Leonelli in cui Mario De Biasi racconta la sua esperienza di fotografo e una proiezione di immagini, selezionata da Silvia con i servizi per la collana di “Epoca” intitolata Le meraviglie del mondo.
Accompagna la rassegna il catalogo edito da Marsilio con i saggi di Enrica Viganò, Denis Curti e Angelo Ponta.
Altri articoli di questo autore
L’Iran delle donne e del progresso scientifico: la street photography di Masoud Mirzaei
Il bacio: storie di alcune foto che lo hanno celebrato
“Flattened in Time and Space”, Angelo Vignali e la nuova narrazione dei suoi ricordi di famiglia
Fotografi per Medici Senza Frontiere – Aperte le iscrizioni alla open call “Storie Di Umanità”
A tu per tu con Luca Servadei (Polyphoto)
La vita dei Rom raccontata da Koudelka nel suo libro “Gypsies”
L’Io surreale di Alice Milewski
Messico ’68/Tokyo ’20: la fotografia sportiva come testimonianza dei cambiamenti sociali
Fotografare l’autismo: storie da raccontare “in punta di piedi”
A spasso nell’universo Sony: a tu per tu con Francesco Papapietro – Parte 2
Un algoritmo “riporta in vita” i volti di chi non c’è più
Skateboard: femminile, plurale. Il progetto di Jordana Bermùdez “Girl can’t skate”.
A spasso nell’universo Sony: a tu per tu con Francesco Papapietro – Parte 1
Fotografia e teatro, ecco il libro di Tommaso Le Pera dedicato a Geppy Gleijeses
La forza e la debolezza della donna messe a nudo da Barbara Pigazzi in mostra a Milano
Il Kashmir e lo sguardo dei bambini: il progetto di Camillo Pasquarelli
Fan Ho, alla base della street photography contemporanea
Massimo Macarti, amministratore delegato di Canon Italia – Parte 2
Sony World Photography Awards 2021, ecco I vincitori
World Press Photo 2021, annunciati i finalisti: due gli italiani presenti
Le meraviglie di Hegra si aprono al mondo grazie a Robert Polidori
È morto Giovanni Gastel, il suo commosso ricordo corre sui social
Massimo Macarti, amministratore delegato di Canon Italia – Parte 1
Tina Modotti, al Mudec una mostra dedicata alla sua arte e alla sua attività politica
Un anno di lockdown, un libro e una call fotografica per raccontarlo
L’Anonima Sequestri nel viaggio, nel tempo e nello spazio di Valeria Cherchi
Donne e fotografia: Letizia Battaglia
Fan Ho, alla base della street photography contemporanea [Alessandro Tarantino]
Luca Zaffanella, Sales Specialist di EIZO Italia
Su Sky Arte arriva “Icon”: come la fotografia ha creato gli idoli della musica [Alessandro Tarantino]
L’erotismo surreale e ironico di Guy Bourdin, fotografo pop [Alessandro Tarantino]
Tra Paradiso e Inferno, l’Etna visto da Giulia De Marchi [Alessandro Tarantino]
Ab.use, il progetto di Carlo Oriente è un velo pietoso sull’abbandono dei luoghi [Alessandro Tarantino]
Sony WPO 2021, ecco i finalisti: i vincitori annunciati il 15 aprile [Alessandro Tarantino]
La linea tra libertà dell’artista e coerenza del messaggio pubblicitario: il caso Lamborghini-Battaglia [Alessandro Tarantino]
Instabul vista da dentro: “Blackout”, di Coşkun Aşar [Alessandro Tarantino]
Covid, un anno di pandemia raccontato con la fotografia [Alessandro Tarantino]
Addio a Pepi Merisio [Alessandro Tarantino]
Guglielmo Allogisi, General Manager della nuova Imaging Solution Business Division di Fujifilm Italia
Sci, Canon partner di Fondazione Cortina 2021 per la tappa mondiale [Alessandro Tarantino]
Werner Bischof, l’arte fotografica guidata dall’empatia [Alessandro Tarantino]
Augusto De Luca e la fotografia ispirata dalla filosofia [Alessandro Tarantino]
I guerrieri Peshmerga nei racconti di B STUDIO e Alex Pineschi [Alessandro Tarantino]
“SISMA80 – 23 novembre, ore 19:30”, la mostra fotografica che racconta il terremoto in Irpinia
Marika Gherardi, Communication Manager per la divisione Digital Imaging e Photo Imaging di Fujifilm
Fujifilm “Women4Women”, il secondo numero è dedicato alle donne di scienza
“FLOR”, il progetto di denuncia di Marzia Bianchi sulle mutilazioni genitali femminili [Alessandro Tarantino]
Fujifilm Italia aggiorna il suo assetto: Allogisi gestirà le tre divisioni aziendali
Prima di Cartier-Bresson, il “cameraman invisibile”: Erich Solomon [Alessandro Tarantino]
Napoli, la fotografia e l’apertura al mondo: ecco Spot Home Gallery [Alessandro Tarantino]
Nato a Catanzaro nel 1984, è giornalista, fotografo e consulente di comunicazione. Attualmente collabora con Gazzetta del Sud e dirige il magazine della Camera di Commercio di Catanzaro CalabriaFocus.it. Nella sua fotografia ha introdotto gli elementi della professione giornalistica concentrandosi sul reportage (anche nelle cerimonie) e sulla narrazione per immagini della realtà. Alcuni suoi reportage sulla baraccopoli di Rosarno sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.