
Un’immersione nelle due facce di Beyoglu, uno dei quartieri storici di Instabul, è “Blackout – The dark side of Instabul”, la serie di fotografie realizzate dal 47enne fotografo turco Coşkun Aşar, allievo di Ara Güler.
La serie è esposta in questi giorni a Senigallia, a Palazzo Bisaccioni, ed è un percorso narrativo nel ventre molle della città che fa da ponte tra Oriente e Occidente. Grazie alla sua capacità di entrare in empatia, in confidenza con i protagonisti dei suoi scatti – spacciatori, prostitute, criminali, vagabondi, bambini orfani – Aşar è riuscito a disegnare la realtà di un quartiere che al mattino è terra di reietti ma alla sera si trasforma in centro mondano e dinamico della capitale del Bosforo.
Giorno contro notte, allegria contro sofferenza, bianco contro nero, il lavoro di Aşar è un continuo saliscendi nei meandri della società turca raccontata senza reticenze, ma con un occhio mai giudicante.
Gli scatti di “Blackout” sono racchiusi nella pubblicazione disponibile a questo indirizzo: https://www.coskunasar.com/ORDER-PAGES/Order-Blackout-international-buyers
Biografia di Coşkun Aşar
L’inizio dell’interesse per la fotografia arriva nel 1994. Ha sviluppato il suo approccio più personale durante l’università di Marmara dove ha conseguito una laurea in Comunicazione. Preferendo raccontare le storie degli ambienti a lui vicini, si è concentrato su storie di persone socialmente isolate, escluse, genere di povertà, ambiente e la sua esperienza personale in questi abitanti.
Ha lavorato per riviste, giornali e agenzie locali e straniere e ha esposto il suo lavoro in numerose mostre collettive e personali in tutto il mondo. È stato tra i 20 fotografi selezionati da tutto il mondo e invitati a esporre lavori alla Leica Exhibition per il 50° anniversario della serie LEICA M.
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Nato a Catanzaro nel 1984, è giornalista, fotografo e consulente di comunicazione. Attualmente collabora con Gazzetta del Sud e dirige il magazine della Camera di Commercio di Catanzaro CalabriaFocus.it. Nella sua fotografia ha introdotto gli elementi della professione giornalistica concentrandosi sul reportage (anche nelle cerimonie) e sulla narrazione per immagini della realtà. Alcuni suoi reportage sulla baraccopoli di Rosarno sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.