
Seconda parte dell’analisi sul mercato fotografico e sulle sue prospettive con Francesco Papapietro, Marketing Manager Digital Imaging di Sony in Italia. Per leggere la prima parte, clicca qui.
Dr. Papapietro, la line-up Sony è ricca di prodotti, alcuni di essi apparentemente molto simili o sovrapponibili. Come si orienta l’utente?
«In realtà l’espansione della gamma è stato uno dei nostri obiettivi ed è dettata dalla volontà di coprire ogni singolo bisogno che un nostro consumatore può avere o ogni nicchia di mercato che può formarsi. Abbiamo innovato tanto negli ultimi anni, per cui comprendo la domanda.
Crediamo però di aver differenziato adeguatamente i nostri prodotti APS-C, che appartengono alla serie α6000, e i nostri prodotti Full Frame. Relativamente al Full Frame, i nomi stessi delle fotocamere vogliono provare a indirizzare l’utente verso il suo utilizzo. Nell’ambito delle α7, infatti, abbiamo affiancato all’A7M3, modello relativamente più entry, ma perfetto anche come secondo corpo macchina per un professionista, la α7C, sinonimo di compattezza, le α7RM3 e α7RM4, la cui lettera R indica il focus sulla risoluzione in termini di megapixel, e l’α7SM3, fotocamera dedita principalmente al video con inarrivabili capacità per quanto concerne la sensibilità ISO, ben rappresentate dalla lettera S. L’α9M2 e la recentissima α1 sono invece i due modelli top gamma con cui ci rivolgiamo prevalentemente, ma non solo, a una clientela più professionale».
Mirrorless, per molti – anche professionisti – deve significare leggerezza, maneggevolezza ed estrema portabilità. Con quali prodotti Sony risponde a queste esigenze e a quali clienti si rivolge?
«Se ci riferiamo proprio a leggerezza e maneggevolezza, mi verrebbe da dire con tutte le nostre mirrorless, soprattutto se paragonate a prodotti con tecnologia reflex.
Come ho già avuto modo di dire, si tratta di uno dei cinque pilastri su cui basiamo la nostra strategia.
Ad ogni modo, ci sono prodotti che, più di altri, danno il meglio in tal senso.
Un esempio è l’α6600, nostra fotocamera top gamma per quanto concerne l’offerta con sensore APS-C e quindi ottima anche come secondo corpo macchina per un utente più evoluto. Ma l’esempio forse più calzante è la α7C, introdotta lo scorso Settembre 2020 per innovare in maniera più incisiva e netta anche dal punto di vista del design. L’α7C è infatti una fotocamera con sensore Full Frame che eredita la maggior parte delle caratteristiche da α7M3 e anche α7RM4, quindi autofocus velocissimo, stabilizzatore a cinque assi, batteria NPFZ100, ripresa video in 4K e altro, ma le ripropone in un design compattissimo e leggerissimo. È infatti il 29% più leggera e il 33% più compatta di una α7M3 con obiettivo zoom standard montato.
Proprio l’obiettivo in dotazione, il SEL2860 introdotto assieme all’α7C è un ulteriore esempio di come Sony voglia proporre un sistema davvero compatto, non solo per quanto attiene al corpo macchina, ma anche per quanto concerne gli obiettivi.
Infine, il recente annuncio del microfono lavalier compatto ECM-LV1 e del microfono compatto wireless ECM-W2BT, compatibile tramite la slitta Multi Interface con tante nostre fotocamere, ma ideale per la registrazione di audio di qualità superiore con α7C o ZV1, segue lo stesso trend».
Capitolo obiettivi. Sony sta introducendo delle novità con gli obiettivi della serie FE spingendo soprattutto sulla qualità. Qual è la filosofia dietro alla strategia e quali le attese di vendita?
«La filosofia è quella citata poco fa parlando dei nostri principi, ovvero proporre, con particolare riferimento alla nostra serie G Master, le ottiche di domani, oggi. Ma anche far sì che elementi solitamente antitetici come risoluzione e bokeh o solitamente diversificati, come foto e video, possano invece convivere in maniera ottimale.
In definitiva, crediamo fortemente che le innovazioni radicali che abbiamo introdotto nei corpi macchina necessitino di ottiche capaci di offrire lo stesso livello di innovazione.
Oltre ai fattori appena indicati, la velocità di autofocus garantita dalla maggior parte delle nostre ottiche grazie all’utilizzo di motori lineari e la maniacale attenzione nel proporre obiettivi compatti e leggeri, vanno proprio in questa direzione.
Allo stesso tempo, si è lavorato incessantemente per ampliare la nostra gamma di ottiche ad attacco E che, in pochi anni, è arrivata ad offrire ben 63 ottiche, di cui 43 Full Frame. I range di lunghezze focali che copriamo sono ormai tantissimi.
Ad ogni modo, credo che il nostro vero vantaggio stia proprio nell’utilizzo di un unico attacco per le nostre fotocamere APS-C, Full Frame, ma anche videocamere professionali come FX3, FX6 o altre. Ciò ci consente di utilizzare le nostre ottiche, pur consapevoli dei differenti fattori di moltiplicazione, su qualunque modello ad obiettivi intercambiabili.
I nostri ultimi lanci nel mese di Marzo 2021 ne sono una emblematica conferma. Per la prima volta, infatti, abbiamo presentato un sensazionale e attesissimo obiettivo da 50mm F1.2 G Master Full Frame che, come da nostra strategia, mantiene compattezza e leggerezza, ma estremizza al massimo la qualità d’immagine e del bokeh e dimostra l’assoluta versatilità dell’attacco E.
Al contempo, le tre nuove ottiche G Full Frame ad attacco E da 24, 40 e 50mm, incredibilmente compatte, rappresentano la volontà di Sony di offrire grande versatilità con modelli come l’α7C, citata poc’anzi proprio come concetto di sistema, rimanendo comunque ideali e performanti anche per tutte le altre fotocamere Full Frame e APS-C».
Sony sta concentrando molta attenzione al mercato video. Già con le mirrorless APS-C e soprattutto Full Frame questa tendenza era chiara, ma l’introduzione della nuova FX3 segna un passo deciso. A chi si rivolge e quali traguardi punta a raggiungere? Cosa c’è della tradizione delle videocamere Sony nei prodotti più recenti?
«È vero e la cosa rappresenta in primis un interessante esempio di convergenza della tecnologia tra foto e video.
C’è sempre stato tanto delle nostre videocamere professionali nelle capacità video dei prodotti Alpha, così come inizia a esserci tanto dei prodotti Alpha nelle nostre videocamere professionali. Mi riferisco, ad esempio, alle performance davvero rilevanti in termini di autofocus di FX6 e FX9. Queste due videocamere, assieme alla sorella maggiore Venice, sono state inserite nel progetto, lanciato lo scorso settembre, chiamato “Cinema Line”. Cinema Line comprende una serie di prodotti destinati ai content creator che mettono insieme la consolidata esperienza nella qualità d’immagine, l’attenzione al dettaglio, la tecnologia e la passione per la cinematografia digitale di Sony.
La nuovissima FX3 è l’ultima nata e si inserisce perfettamente in questo contesto. Mantiene infatti il profilo S-cinetone, prerogativa dei modelli Cinema Line, garantisce massima qualità d’immagine grazie al sensore Full Frame e offre un corpo macchina molto robusto ma estremamente compatto, leggero e incredibilmente versatile grazie, ad esempio, ai cinque fori filettati presenti direttamente sul corpo macchina per un agevole collegamento con accessori compatibili, piuttosto che alla maniglia XLR fornita in dotazione, per assicurare qualità audio professionale.
Facendo appunto parte della nostra serie Cinema Line, FX3 è rivolta al segmento dei content creator più esigenti che ricercano, al contempo, una nuova libertà cinematografica in un corpo macchina compatto e leggero».
Rimanendo in tema video, forse anche per via della pandemia che ha fatto ulteriormente crescere il mercato, Sony ha inteso anche rispondere all’esigenza di creazione di contenuti per V-logger introducendo la ZV-1 e l’impugnatura di scatto con telecomando wireless. È un settore in cui Sony ha intenzione di concentrarsi ulteriormente?
«Il segmento dei v-logger è stato uno dei nostri target principali nel 2020, ma mi sento di poter dire che gli avvenimenti legati alla pandemia siano stati più una coincidenza.
È comunque indubbio che il mercato si sia evoluto anche per quanto purtroppo accaduto. Quindi sì, è un settore importante sul quale Sony vuole continuare a offrire qualcosa di nuovo e di diverso.
La ZV1, pur rivolta a un pubblico di v-logger e content creator molto diverso rispetto a chi sceglie α7SM3 o FX3, cerca di proporre filosofie simili, garantendo una qualità d’immagine elevata, grazie all’ampio sensore da 1” derivato dalla nostra gamma di fotocamere compatte premium RX, ma puntando in maniera molto più estrema, rispetto alle sorelle maggiori, sulla versatilità, grazie a design e specifiche studiati ad hoc.
La differente orientabilità dello schermo, la possibilità di regolare l’effetto bokeh e agire sui diaframmi con un semplice tasto, il possibile controllo della fotocamera tramite il versatile grip Bluetooth opzionale, funzioni di miglioramento degli incarnati del volto come il soft skin effect e la presenza di un microfono a tre capsule di assoluta qualità sono caratteristiche progettate per rispondere alle esigenze dei v-logger. Siamo pertanto grati a tutti coloro che hanno scelto questo nuovo concetto di fotocamera che Sony ha lanciato nel 2020 a supporto della loro attività quotidiana di creatori di contenuti».
Altri articoli di questo autore
L’Iran delle donne e del progresso scientifico: la street photography di Masoud Mirzaei
Il bacio: storie di alcune foto che lo hanno celebrato
“Flattened in Time and Space”, Angelo Vignali e la nuova narrazione dei suoi ricordi di famiglia
Fotografi per Medici Senza Frontiere – Aperte le iscrizioni alla open call “Storie Di Umanità”
A tu per tu con Luca Servadei (Polyphoto)
La vita dei Rom raccontata da Koudelka nel suo libro “Gypsies”
L’Io surreale di Alice Milewski
Messico ’68/Tokyo ’20: la fotografia sportiva come testimonianza dei cambiamenti sociali
Fotografare l’autismo: storie da raccontare “in punta di piedi”
Mario De Biasi, fotografie: 1947-2003. In mostra l’instancabile narratore del Mondo
Un algoritmo “riporta in vita” i volti di chi non c’è più
Skateboard: femminile, plurale. Il progetto di Jordana Bermùdez “Girl can’t skate”.
A spasso nell’universo Sony: a tu per tu con Francesco Papapietro – Parte 1
Fotografia e teatro, ecco il libro di Tommaso Le Pera dedicato a Geppy Gleijeses
La forza e la debolezza della donna messe a nudo da Barbara Pigazzi in mostra a Milano
Il Kashmir e lo sguardo dei bambini: il progetto di Camillo Pasquarelli
Fan Ho, alla base della street photography contemporanea
Massimo Macarti, amministratore delegato di Canon Italia – Parte 2
Sony World Photography Awards 2021, ecco I vincitori
World Press Photo 2021, annunciati i finalisti: due gli italiani presenti
Le meraviglie di Hegra si aprono al mondo grazie a Robert Polidori
È morto Giovanni Gastel, il suo commosso ricordo corre sui social
Massimo Macarti, amministratore delegato di Canon Italia – Parte 1
Tina Modotti, al Mudec una mostra dedicata alla sua arte e alla sua attività politica
Un anno di lockdown, un libro e una call fotografica per raccontarlo
L’Anonima Sequestri nel viaggio, nel tempo e nello spazio di Valeria Cherchi
Donne e fotografia: Letizia Battaglia
Fan Ho, alla base della street photography contemporanea [Alessandro Tarantino]
Luca Zaffanella, Sales Specialist di EIZO Italia
Su Sky Arte arriva “Icon”: come la fotografia ha creato gli idoli della musica [Alessandro Tarantino]
L’erotismo surreale e ironico di Guy Bourdin, fotografo pop [Alessandro Tarantino]
Tra Paradiso e Inferno, l’Etna visto da Giulia De Marchi [Alessandro Tarantino]
Ab.use, il progetto di Carlo Oriente è un velo pietoso sull’abbandono dei luoghi [Alessandro Tarantino]
Sony WPO 2021, ecco i finalisti: i vincitori annunciati il 15 aprile [Alessandro Tarantino]
La linea tra libertà dell’artista e coerenza del messaggio pubblicitario: il caso Lamborghini-Battaglia [Alessandro Tarantino]
Instabul vista da dentro: “Blackout”, di Coşkun Aşar [Alessandro Tarantino]
Covid, un anno di pandemia raccontato con la fotografia [Alessandro Tarantino]
Addio a Pepi Merisio [Alessandro Tarantino]
Guglielmo Allogisi, General Manager della nuova Imaging Solution Business Division di Fujifilm Italia
Sci, Canon partner di Fondazione Cortina 2021 per la tappa mondiale [Alessandro Tarantino]
Werner Bischof, l’arte fotografica guidata dall’empatia [Alessandro Tarantino]
Augusto De Luca e la fotografia ispirata dalla filosofia [Alessandro Tarantino]
I guerrieri Peshmerga nei racconti di B STUDIO e Alex Pineschi [Alessandro Tarantino]
“SISMA80 – 23 novembre, ore 19:30”, la mostra fotografica che racconta il terremoto in Irpinia
Marika Gherardi, Communication Manager per la divisione Digital Imaging e Photo Imaging di Fujifilm
Fujifilm “Women4Women”, il secondo numero è dedicato alle donne di scienza
“FLOR”, il progetto di denuncia di Marzia Bianchi sulle mutilazioni genitali femminili [Alessandro Tarantino]
Fujifilm Italia aggiorna il suo assetto: Allogisi gestirà le tre divisioni aziendali
Prima di Cartier-Bresson, il “cameraman invisibile”: Erich Solomon [Alessandro Tarantino]
Napoli, la fotografia e l’apertura al mondo: ecco Spot Home Gallery [Alessandro Tarantino]
Nato a Catanzaro nel 1984, è giornalista, fotografo e consulente di comunicazione. Attualmente collabora con Gazzetta del Sud e dirige il magazine della Camera di Commercio di Catanzaro CalabriaFocus.it. Nella sua fotografia ha introdotto gli elementi della professione giornalistica concentrandosi sul reportage (anche nelle cerimonie) e sulla narrazione per immagini della realtà. Alcuni suoi reportage sulla baraccopoli di Rosarno sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.